Spesso, nella mia vita professionale, mi sono posto questa domanda.

E' una questione profonda, alla quale nel corso della storia hanno provato a rispondere filosofi, artisti, mistici e poeti. Nella Storia, i modelli di bellezza si sono succeduti velocemente come le correnti che affollano i libri d'arte.

 

Ed è proprio partendo dall'Arte e dai suoi canoni così multiformi che ho maturato la mia riflessione su questo argomento, così centrale per la mia professione medica.

All'impossibilità di dare una risposta univoca al problema, alla difficoltà di creare un canone valido "erga omnes", ho maturato la mia personale filosofia, che mi accompagna ogni giorno nel lavoro quotidiano:

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la Bellezza è trovare una assonanza tra interiorità ed esteriorità

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​Nella mia carriera di medico e chirurgo, ho privilegiato questa massima.

Nei colloqui con i pazienti, cerco sempre di individuare le ragioni che spingono una persona a cambiare sé stessa. Cerco di andare alla ricerca delle motivazioni psicologiche, antropologiche e fisiognomiche, per dare una risposta ai bisogni più profondi dell'anima umana.

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Quando vado a correggere delle caratteristiche o delle imperfezioni che impediscono al mio paziente di esprimere al meglio la propria personalità, cerco prima di tutto di andarne ad equilibrare la psiche, perché si realizzi un sincero benessere.

 

Ma tenendo sempre a mente che anche i nostri difetti sono una parte indelebile della nostra anima.